»» Il linguaggio informatico per gli immigrati
L’alfabetizzazione informatica è ormai diventata parte integrante della vita di tutti i giorni.
Ormai qualsiasi tipo di azione, dall’acquisto di beni di consumo alla ricerca di informazioni o alla richiesta di documenti agli enti pubblici, può essere fatta on-line. Ci sono addirittura procedure che possono essere fatte solo on-line (sto pensando, ad esempio, all’acquisto di biglietti di aereo a basso costo o prenotazioni di alberghi particolarmente convenienti).
E’ però in particolare nel mondo del lavoro che il computer è diventato uno strumento di uso comune e imprescindibile.
E’ quindi scontato che gli stranieri, in particolare le donne, spesso immigrate in età già adulta, abbiano bisogno degli strumenti di base per affrontare il mercato del lavoro con maggior competenza e consapevolezza per quanto riguarda l’uso del computer. Con questo intendiamo non solo o non tanto l’uso specifico della macchina (che potrebbe già essere stato acquisito nel paese di origine), quanto piuttosto l’uso del computer in lingua italiana o inglese, llingue in cui in Italia si può apprendere l’uso delle principali applicazioni informatiche.
Nella nostra Provincia è presente una percentuale di immigrati/e con alto livello di scolarizzazione attualmente disoccupati o largamente sotto-occupati anche a causa della loro scarsa conoscenza della lingua italiana, delle comuni applicazioni informatiche e delle norme che regolano il mercato del lavoro nel nostro Paese. Alcune di queste persone potrebbero inserirsi a livello impiegatizio nelle aziende che esportano i loro prodotti o, a vario titolo, (grazie anche a competenze che potrebbero acquisire in seguito) nel settore turistico, che vede aumentare di anno in anno le presenze da Paesi diversi da quelli che finora lo hanno sostenuto. L’esigenza di interventi formativi un po’ più evoluti rispetto a quanto fatto finora, e soprattutto mirati ad utenti di livello culturale medio-alto, nasce da queste considerazioni e dall’osservazione del cambiamento di nazionalità degli studenti/clienti che frequentano i normali corsi di italiano dell’Istituto Linguistico Mediterraneo. Negli ultimi anni infatti, agli svizzeri, ai tedeschi ed agli austriaci che costituivano la stragrande maggioranza degli iscritti, si stanno sostituendo persone provenienti da Paesi dell’ex blocco sovietico. In questi casi si tratta di persone che possono permettersi di pagarsi una vacanza-studio in Italia, ma questi dati inducono a riflettere su quale sarà il mercato dei prossimi anni.
La presenza di immigrati con grado di istruzione superiore o qualifica di impiegato ci è stata confermata dall’analisi del materiale statistico prodotto dalla Provincia di Pisa, dalla Caritas, da colloqui con l’Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia di Pisa, con l’Associazione Al-Alif, con l’Associazione dei Mediatori Linguistico e Socio-Interculturali e con persone immigrate in Italia, che hanno un’occupazione non appropriata alla loro preparazione, anche per la mancanza di conoscenze linguistiche approfondite e informatiche di base.
Nella Provincia di Pisa operano piccole e medie imprese, soprattutto conciarie, calzaturiere e mobilifici che importano le materie prime e/o esportano i loro prodotti all’estero. Nel distretto conciario di S.Croce, che concentra circa il 35% della produzione nazionale di pelli e circa il 98% della produzione nazionale di cuoio da suola, il 75% delle pelli grezze o semilavorate viene importato dall’Europa e dai Paesi dell’Europa dell’est e il 10% dalle Americhe. L’esportazione dei prodotti finiti rappresenta circa il 40% del fatturato totale. Di questo, il 25% è riservato ai Paesi U.E., il 25% alla Russia e ad altri mercati europei, il 50% a mercati extraeuropei (fonte: Associazione Conciatori di Santa Croce).
Nella zona della Versilia invece si sta afffermando sempre più un turismo d’élite con turisti provenienti principalmente dalla Russia.
Secondo il XXII Rapporto sull’Immigrazione della Caritas-Migrantes (2012) gli immigrati trovano più facilmente uno sbocco occupazionale presso aziende di piccole e medie dimensioni, il tipo di aziende appunto che, fatta salva l’eccezione costituita dalla Piaggio, insieme al terziario ed al turismo, costituiscono il vero motore dell’economia nella nostra Provincia.
Considerando questi presupposti, si può ipotizzare che le stesse aziende che intrattengono rapporti commerciali con i Paesi di provenienza dei cittadini stranieri formati abbiano l’interesse ad assumere queste persone poiché in grado di gestire i contatti con i partner all’estero usando anche la propria lingua madre, che in questo caso costituisce una competenza in più. Lo stesso imminente ingresso di nuovi Paesi dell’Europa centro-orientale nell’Unione porterà certamente ad una intensificazione degli scambi commerciali ed all’aumento delle possibilità di costituzione di società miste. Inoltre un futuro sbocco lavorativo potrebbe essere costituito dal settore turistico che, forse in misura poco rilevante per adesso, vede aumentare di anno in anno la presenza di persone provenienti da Paesi diversi da quelli tradizionali (per avere sentore di questo fenomeno basta dare un’occhiata alle targhe delle auto straniere che circolano per Pisa in estate).
Nonostante la crisi economica abbia fortemente colpito l’indotto del Valdarno, i dati statistici del Dossier n°6 della Provincia di Pisa (situazione al 2010) rilevano un aumento del tasso di crescita migratoria di stranieri nella Provincia di Pisa del 79,2%. Nel Valdarno Inferiore su una popolazione di 67.051 residenti l’11% è rappresentato da stranieri di cui il 46,4% sono femmine e il 53.6% maschi. Di questi circa la metà sono adulti.
I dati locali rispecchiano una tendenza nazionale che, negli ultimi anni, si è stabilizzata: l’incidenza femminile rispetto al totale degli immigrati è più alta nel caso di persone di provenienza europea e supera quella degli uomini se l’immigrazione è dovuta a motivi di ricongiungimento familiare. In base ai dati statistici della Provincia di Pisa, la percentuale di donne straniere presenti sul territorio è aumentata in maniera consistente negli ultimi dieci anni. Si nota inoltre che la maggioranza delle donne iscritte al Centro per l’Impiego non possiede né qualifica professionale né titolo di studio.
Secondo un articolo de “La Nazione” firmato Olga Mugnaini, dall’analisi condotta su un campione di 2.211 operatori turistici toscani, si rileva la flessione di presenze da parte di tedeschi e giapponesi ma un significativo aumento di persone provenienti dall’ex Unione Sovietica e dal ritorno di turisti americani. Si ritiene che il progetto possa quantomeno rispondere alla necessità di iniziare a formare gente dotata di strumenti sufficienti per un inserimento lavorativo di buon livello, con conseguente ricaduta economica per le imprese e sociale, poiché certamente un lavoro non dequalificante o la possibilità di continuare la formazione insieme agli italiani sono i canali giusti attraverso i quali si può raggiungere una reale integrazione.
09/05/2013
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